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domanda: ernia lombare e metodo di Thekkekara

Ho letto della terapia del Basculamento soffice secondo il metodo Thekkekara per la cura dell'ernia discale; desideravo conoscere un parere e sapere se a Palermo viene praticata.

risposta

In realtà la dizione "curarre l'ernia del disco" non è corretta, perchè quello che si cura abitualmente, in caso di ernia del disco lombare, è il dolore sciatico e/o, ancora più raramente, la paralisi che l'ernia può causare.
Infatti, da quando esistono TAC e risonanza magnetica è frequentissimo il riscontro di persone che presentano ernie, anche molto voluminose, ma che stanno benissimo. Il più delle volte, peraltro, la sciatica regredisce con le comuni terapie del Medico di famiglia.

La storia naturale della sciatalgia prevede che nella maggioranza dei pazienti i sintomi si esauriscano da se nell'arco di 1-2 mesi. Infatti, una eventuale terapia chirurgica viene presa in considerazione solo dopo tale intervallo.
Viene quindi da chiedersi, quale sia il valore delle numerosissime terapie praticate per fare cessare la sciatica. Nel migliore dei casi, alcune terapie, come FANS, cortisone e le infiltrazioni analgesiche medicate e lo stesso intervento chirurgico, accelerano il processo di guarigione spontanea.
La terapia del Dr. Thekkekara rientra tra le tante proposte terapeutiche esistenti. Il dato che l'ernia scompaia dopo il trattamento non è significativo, perchè, intanto, la sciatica nella maggioranza dei casi, regredisce anche in presenza di ernia. Poi, perchè, è noto che molte ernie vengono riassorbite dopo alcuni mesi dalla loro insorgenza. Non so, se a Palermo si pratica il bascullamento soffice, ma, senza volere nulla togliere al collega, abbiamo visto numerosi pazienti guariti con la martelloterapia sulle vertebre, l'applicazione di marmellata ai mirtilli sulla schiena, i trattamenti fisiatrici e molto altro ancora ...

 

domanda: lombalgia, degenerazione discale e sport

> Io da anni soffro il mal di schiena, penso, dovuto a lavori di banco e sempre in piedi come cameriera. Ho avuto un paio di episodi, nei quali mi sono trovata ad avere difficoltà a salire in macchina per il dolore. Facendo step in palestra è successo che mi prendeva un dolore formicolante al piede . Sono un pò in sovrappeso o meglio vado un pò su e giù con il peso. Andavo fino a 10 giorni fa a correre. Non posso dire di avere dolori lancinanti perchè so che c'è di peggio ma il male alla schiena me lo porto dietro tutti i giorni soprattutto in certe posizioni. Ho eseguito una risonanza magnetica. Io ovviamente nella mia ignoranza, mi sono allarmata a leggere tutte quelle "parole" "brutte" e complicate. Il mio dottore in maniera pocoesaudiente mi ha detto che ho appunto 3 ernie e mi ha prescritto una visita fisiatrica. Io vorrei sapere qualcosa in più, perchè, intanto, devo sapere cos'ho esattamente, se è grave, curabile, se può degenerare, e cosa posso fare. Presumo che intanto la corsa la dovrò eliminare ma ho bisogno di uno sport che mi faccia dimagrire ma nel contempo non mi crei danni alla schiena.

risposta

I quadri descritti alla risonanza magnetica non possono essere interpretati di per se come causa dei suoi disturbi. Intanto, molte persone hanno un quadro come il suo, ma stanno benissimo. Poi, ognuna delle lesioni descritte o più di una, ernia discale, protrusione discale, degenrazione disacale, ipertrofia apofisaria, osteofitosi, potrebbe causare lombalgia. Per individuare il suo generatore di dolore è necessario dunque visitarla e visionare direttamente le lastre.
Certamente, prima di pensare ala chirurgia bisogna avere espletato, ripetutamente, le terapie conservative: fisioterapia, infiltrazioni medicate loco-regioanli, dieta, nuoto ecc. La palestra e la corsa andrebbero evitate in fase di dolore, se non sotto controllo di un allenatore esperto in problemi vertebrali.
Quanto detto, ovviamente, ha carattere generale. Per essere certo che sia applicabile al suo caso è necessaria la visita.

 

domanda: dolore neuropatico agli arti inferiori e stimolazione midollare

Sono un medico. Sinteticamente mia moglie ha partorito all'inizio di giugno con taglio cesareo in anestesia spinale. Sfortunatamente l'anestesista nel praticare l'anestesia epidurale ha punto ben più alto del dovuto procurando una lesione del cono midollare da iniezione intramidollare di anestetico locale, confermata alla RMN. La lesione ha riguardato i cordoni posteriori per cui non vi sono stati deficit motori ma si è subito manifestata una sintomatologia dolorosa intensa ad entrambi i piedi tipo causalgia. Abbiamo seguito una terapia con antinevralgici, antidepressivi e analgesici (le prime due settimane è stato necessario un morfinico). A distanza di 3 mesi il dolore urente, sebbene si sia ridotto nella sua estensione ai piedi, è rimasto costante come intensità. La situazione sta diventando molto logorante (dolore notte e giorno) la terapia non controlla bene il dolore, e del resto fa sentire anche i suoi effetti collaterali (intontimento, deficit memoria, stipsi, che con il Depalgos era molto ostinata). La prego di rispondermi; vorrei sapere di più sulla stimolazione midollare; se nel nostro caso vi è qualche possibilità di beneficio.

risposta

Dalla sua descrizione sembra verosimile la diagnosi di dolore neuropatico. Intontimento e stipsi possono essere meglio ricondotti al morfinico.
Il trattamento con stimolatore epidurale midollare si è rivelato efficace in questi pazienti. Prima dell'impianto definitivo dello stimolatore si usa eseguire un periodo di prova con il solo catetere epidurale collegato ad uno stimolatore esterno. Se il dolore regredisce, si procede all'impianto definitivo.
Tenga conto, che si tratta di una terapia sintomatica. Appena si spegne lo stimolatore, il dolore ricompare. D'altronde questo è facilmente comprensibile. Il dolore neuropatico deriva da un disturbo della trasmissione degli impulsi sensitivi in corrispondenza della cicatrice dovuta alla lesione. Questi impulsi "disturbati" vengono interpretati dal cervello come dolore. In realtà non vi è più alcunchè nei dermatomeri che determini dolore, ma soltanto un errore di trasmissione di impulsi normali.
Ovviamente, quanto detto ha valore generale. Per dire che sia applicabile anche a Sua moglie è necessario visitarla.

 

domanda: mal di schiena, ernia mediana e paramediana, artrosi somatica e interapofisaria

Sono una donna di 38 anni ed ho problemi alla shiena. Ho fatto una Tc L3-S1 e dal referto si sono riscontrate piccole ernie mediane e paramediane ai livelli L3-L4 ed L4-L5. Poi a livello L5-S1 ernia mediana e paramediana, lievemente discendente, che impronta il sacco durale.Segni di artrosi somatica ed interapofisaria. Vi chiedo gentilmente se è possibile avere informazioni a riguardo e se è il caso di preoccuparsi, perchè io di questi dolori soffro da tanto e mi portano anche dolori all'anca destra. Infatti da un esame radiografico è risultato che ho una deformazione all'anca.

risposta

Le cause di mal di schiena sono molteplici, sia ad origine dalla colonna vertebrale sia dagli organi che la circondano. Le alterazioni osservate negli esami radiologoci non necessariamente debbono essere la causa dei disturbi accusati dai pazienti. Infatti molte persone hanno un quadro Tc simile al suo, ma non soffrono di alcun disturbo. Per capire da dove origina il suo dolore di schiena è necessario, inanzitutto, che si faccia visitare da un neurochirurgo o ortpedico esperto di colonna vertebrale. Sarà lui a indirizzarla verso eventuali altri esami o test per stabilire la diagnosi e la cura.

 

domanda: ernia mediana e paramediana

Cosa voglia significare " ernia mediana e paramediana"?

risposta

L'ernia mediana si viene a formare sulla linea mediana, mentre quella paramediana accanto alla linea mediana, o a destra o a sinistra. Un'ernia mediana e paramediana si estende sia lungo la linea mediana sia lateralmente ad essa. La componente paramediana di un ernia abitualmente può causare la sciatalgia

domanda: lombalgia cronica e ozonoterapia

Ho 40 anni, tre gravidanze alle spalle e 8 ernie nel tratto L5/S1. Di tanto in tanto faccio fisioterapia e ho ottenuto buoni risultati, ma da quasi due anni non riesco più a piegarmi a fare le pulizie di casa. Lavoro in ufficio e sto molto tempo al pc. Al momento si è riacutizzato il dolore agli arti inferiori e alla schiena, scosse elettriche mi stanno tormentando. Sono a letto, ma ho il terrore di fare antinfiammatori che mi hanno provocato l'ulcera. Vorrei fare l'ozono terapia, ma è dolorosa?

risposta

La lombalgia è una sindrome complessa dal punto di vista diagnostico e terapeutico, perchè molte possono essere le sue cause e i trattamenti terapeutici debbono essere adeguati al tipo di generatore di dolore. Inoltre, dato che spesso alla sua base esiste una malattia degenerativa, che progredisce nel tempo, bisogna adottare una scaletta di interventi terapeutici ad invasività crescente.
Per quanto riguarda l'ozonoterapia intradiscale siamo dell'avviso che questa trova indicazione soltanto in casi selezionati, dato che l'ozono "asciuga" il disco e favorisce lo sviluppo dell'artrosi.

 

domanda: lombalgia cronica e discopatie multiple

Ho 44 anni, ormai da 6 anni soffro di dolori lombari a livello L5/S1 imputati ad una discopatia. Due anni fa mi hanno fatto un intervento di discectomia percutanea a livello L2/L3 per una piccola ernia e devo dire che in quella zona non ho più dolori. Ma non ho risolto per niente nella zona lombare. Faccio da anni piscina, palestra correttiva, ma i dolori sono sempre gli stessi e continui. Le volevo chiedere è possibile che ci sia qualcos'altro che non si evince dalle risonanze magnetiche in mio possesso, e se dovrei fare qualche altro esame per risalire al problema? Un dottore mi ha parlato di una eventuale micro-instabilità vertebrale, che potrebbe causarmi tutti questi dolori, dato che sono continui 24 ore su 24.

risposta

La sua situazione è molto frequente. Ha praticato tante e diverse forme di terapia, ma i dolori persistono. Come sospetta, forse non è stata trovata la causa del dolore o, forse, le terapia non sono state adeguate o sufficienti. Dato che ogni paziente costituisce un caso a se e tanti possono essere i generatori di lombalgia, le consiglio di ripetere una visita con un esperto e di esibire la documetazione in suo possesso.

 

domanda: spondilodiscite lombare

Mio nipote, di 38 anni, è stato ricoverato d'urgenza perchè ha cominciato ad avvertire, durante il giorno, un dolore in sede lombare. Sul momento non ha fatto molto caso al dolore in quanto, circa un anno fa, gli era stata diagnosticata un'ernia in sede lombare. Ma durante la notte il dolore è aumentato progressivamente fino a diventare insopportabile e si è presentata anche febbre alta e vomito. Poco dopo non poteva più movere le gambe e non urinava più. E' stato ricoverato da prima in Ortopedia, dove il primario della U.O. attribuiva i sintomi all'ernia. Dopo 48 ore di terapia antidolorifica e visto che la febbre e il vomito non passavano, è stato trasferito alla U.O. di Malattie infettive. Qui è stato sottoposto ad esame RMN e esami ematici ed è stata fatta diagnosi di sospetta spondilodiscite lombare da Stafilococco. Attualmente sta facendo terapia antibiotica, la febbre sta calando, anche se non del tutto, e il dolore non c'è quasi più, muove le gambe e urina da solo. Fra una decina i giorni verrà ripetuta una RMN. Vorrei chiedere al Lei alcune cose: 1) non è ancora stato sottoposto a visita neurologica in quanto i medici dicono che prima bisogna vedere come reagisce alla terapia. Questa cosa è normale? 2) è stato detto che questa infezione può essere secondaria all'ernia. Questo è possibile?

risposta

La spondilodiscite, nella maggioranza dei casi, è una malattia infettiva. I germi che la provocano arrivano per lo più attraverso il sangue. Le cause più frequenti sono ascessi in altre sedi, quali foruncoli, granulomi dentari, oppure infezioni da salmonella, brucella, tubercolosi. Talvolta i germi vi giungono per contiguità: per esempio in corso di interventi o procedure sui dischi. Quindi un ernia non operata non può esserne la causa. La terapia nella maggioranza dei casi consiste principalmente nella somministrazione di antibiotici. In caso di instabilità o crollo vertebrale o di sviluppo di raccolte di pus all'interno del canale spinale può essere necessario ricorrere ad un intervento di stabilizzazione e/o decompressione

 

domanda: stenosi lombare

Volevo sapere se questo tipo di "malformazione" cioe' il canale stretto congentio lombare, e' una malattia che va' peggiorando oppure potrebbe rimanere cosi' nel tempo? E' proprio necessaria una operazione?

risposta

La stenosi congenita lombare può accentuarsi con il tempo a causa della artrosi che si istaura a carico della colonna vertebrale. Questo aggravamento può comportare dei disturbi dolorosi e neurologici, che, quando non rispondono alle terapie mediche, possono costituire indicazione ad un intervento chirurgico.

 

domanda: dolori alle gambe e ernia lombare

Mia nipote è da un pò di tempo che soffre di un dolore alla gamba destra, e talvolta si sente tirare anche la gamba sinistra. Al dolore spesso si associa un tremore visibile. Dagli esami fatti di RMN RACHIDE LOMBARE risulta quanto segue: a L5-S1: bulging discale con prsenza di ernia sottolegamentosa postero mediana con appoggio sul sacco durale; restanti reperti RM nei limiti.
Mi hanno consigliato: manipolazioni; punture di miorilassanti eantinfiammatori; compresse di antinevralgici e antidolorifici puri; fisioterapia. Dopo tutto questo non ci sono stati risultati.

risposta

Le cause di dolore alle gambe possono essere molto diverse. Non sempre esse sono rappresentate dall'ernia discale lombare. Anzi, molte volte le ernie lombari riscontrate, specie se mediane, sono innocue. Pertanto le cure dirette a curare l'ernia possono non suscitare alcun effetto. Per capire meglio la causa dei dolori di sua nipote è,opportuno sottoporla a visita e vedere le lastre degli accertamenti già effettuati.

 

domanda: spondilodisite e cifoplastica

Hanno parlato per mio marito di spondilodiscite successiva a due cifoplastiche per emangiomi vertebrali, che non solo, ci hanno detto in seguito, non era opportuno fare, ma che non gli hanno fatto cessare il dolore, che è persistente da oltre un anno e mezzo. Gli esami batteriologici sono negativi. Stiamo aspettando un secondo esame colturale, il primo negativo. Nel caso in cui fosse una complicanza dell'intervento chirurgico, cosa fare? Guarirà? Ma il cemento è vero che non può essere tolto?

risposta

Per spondilodiscite si intende un infiammazione del disco posto tra due vertebre, che si può estendere ai corpi vertebrali. La cifoplastica viene effettuata sui corpi vertebrali e non interessa il disco. Non capisco se l'infezione di suo marito è localizzata ad un disco o ad un corpo vertebrale? Poi, si tratta di un infezone localizzata alle vertebre trattate con cifoplastica o ad un disco vicino ad esse? Purtroppo gli elementi che lei mi ha fornito non consentono di essere più precisi.

Se l'infezione fosse localizzata in un disco la cura iniziale è medica. Se l'infezione non guarisce o si estende all'interno del canale vertebrale può essere necessario lìintervento chirurgico. Se l'infezione è localizzata al corpo vertebrale proprio attorno al cemento della cifoplastica e non risponde alla terapia medica, si dovrebbe rimuovere l'intero corpo vertebrale assieme al cemento e sostituirlo con una protesi di corpo o un innesto osseo.

 

domanda: sciatalgia persistente dopo discectomia e diam

Ho 29 anni, operato 5 anni fa di ernia L5-S1 paramediana destra; recidiva circa 15 mesi fa e operato nuovamente stesso livelloLl5-S1. Permane la sciatalgia e senso di stanchezza continua alle gambe. L'ultima R.M.N. evidenzia: “ Si osserva una componente fibrotico-cicatriziale a livello del grasso epidurale anteriore in sede paramediana destra a livello L5-S1 che in associazione ad un piccolo osteofita marginale del muro posteriore determina un modico effetto compressivo sul sacco durale e sulla radice nervosa omolaterale. Permane a tale livello una protusione discale paramediana destra, che concomita a determinare l’effetto compressivo. “ Il Neurochirurgo vuole eseguire un intervento inserendo uno spaziatore interspinoso DIAM, poiché si nota dalle lastre anche uno schiacciamento vertebrale in L5-S1 e piccolo scivolamento vertebrale. Mi chiedo solo, nella mia totale ignoranza in materia, se tale intervento è sufficiente a risolvere tali effetti compressivi o se sarebbe il caso di togliere anche la protusione d’ernia presente e intervenire sull’osteofita .

risposta

In linea di massima non si dovrebbe ripetere un intervento durante il quale si è entrati all'interno del canale vertebrale. Osteofiti e protrusione abitualmente non costituiscono indicazione all'intervento per i disturbi da lei menzionati. Il dolore sciatico che avverte è uguale a quello che aveva prima del primo intervento o si è modificato diventando urente e associandosi a ipersensibilità al tatto della pelle? In tal caso si tratta di dolore neuropatico e ulteriori interventi sul disco sono fortemente sconsigliati. Interventi esterni al canale, come l'applicazione di uno spaziatore interspinoso possono trovare un'indicazione in pazienti con pregressi interventi per ernia discale, senza dolore neuropatico, nei quali in seguito all'intervento si è determinata una riduzione dell'altezza del disco. Queste, comunque, sono considerazioni a carattere generale, che potrebbero non essere applicabili a lei. Per stabilire di quali cure lei si possa avvantaggiare è necesario visitarla e visionare gli originali delle lastre. Probabilmente saranno necessari altri accertamenti.

 

domanda: lombalgia e discografia

Sono stata dal neurochirurgo per lombalgia persistente alla schiena. Mi é stato trovato uno schiacciamento tra L4-L5 e un'ernia L5-S1.
Ora il medico mi propone, prima dell'eventuale intervento, una discografia evocativa. Di cosa si tratta? e provoca dolore? Secondo lei é indispensabile? Mi scusi....ma sono un po' paurosa in questo senso, anche se io stessa mi occupo di sanità.

risposta

La discografia, in alcune scuole di pensiero, viene eseguita per verificare quale sia il disco responsabile del dolore accusato dal paziente, al fine di un trattamento chirurgico dello stesso. Se ad un paziente con lombalgia agli esami radiologici risulta nel tratto lombare un disco alterato, con la discografia eseguita in questo disco alterato, si vuole vedere, se iniettando il mezzo di contrasto al suo interno si presenta il dolore del quale il paziente soffre.Questa sarebbe una conferma della responsabilità di quel disco nel causare la lombalgia i cui soffre il paziente. Ricerche scientifiche hanno comunque evidenziato che essitono sia falsi positivi che falsi negativi. Questo per quanto riguardo la discografia evocativa. Non posso entrare in merito alle indicazioni nel suo caso, in quanto questo presuppune la visone della Sua documentazione e la visita.

domanda: stenosi lombare ed intervento

Da circa cinque anni soffro di dolori alla schiena , che si prolungano alle gambe. Mi è stata dianosticata un a stenosi alla lombare , con > ristringimento del canale spinale. L' assunzione di cortisoni , mi toglie in modo sostanziale qualsiasi dolore. Iil problema è che col tempo i cortisoni mi stanno creando altri problemi. Pertatanto sto considerando l'opportunita' di un intervento chirurgico, anche se mi è stato detto che potrei andare incontro anche a problemi piu' seri. Vorrei anche sapere se ci sono nuove tecniche di intervento che garantiscono una certa sicurezza.

risposta

Per gli "interventi di stenosi lombare" bisogna distinguere due tipi di rischio. Quello legato all'intervento in se e quello legato all'anestesia generale.
Per quanto riguarda l'intervento in se, generalmente, non esistono rischi particolarmente elevati, se ad operare è un chirurgo esperto in colonna vertebrale, anche se alla decompressione delle strutture nervose bisogna aggiungere eventualmente una stabilizzazione dellla colonna. Il rischio anestesiologico è esponenzialmente correlato all'età e alle condizioni generali di salute e all'esistenza di malattie concomitanti. Tenga anche conto che la prognosi, ossia la riuscita dell'intervento, dipende, in caso di compromissione neurologica da stenosi lombare, dalla gravità dei disturbi e dal tempo trascorso dall'esordio di questi.

domanda: lombalgia e diam

Ho 45 anni e sono affetto da lombosciatalgia sinistra da ernia discale > L5 S1. Mi è stato consigliato da neurochirurgo, intervento chirurgico nel quale si potrebbe posizionare DIAM a tale livello.
Alla RM si evidenzia: protrusione discale laterale a sinistra a L5-S1. Ernia discale foraminale sinistra a L5-S1. All' Elettromiografia: lievi/modesti segni di danno neurogeno L5-S1 a sinistra. Note: son affetto da circa cinque anni da tale patologia. In anni precedenti ho eseguito vari cicli di ozonoterapia con soddisfacenti risultati. Ho altres' assunto vari famaci antiinfiamatori e cortisonici. Da circa tre mesi si è riacutizzato il dolore e dopo 10 sedute di ozonoterapia non ho ottenuto i benefici sperati. In attesa di subire intervento continuoon farmaci cortisoni. Gradirei conoscere sia gli effetti positivi che negativi.

risposta

Le indicazioni all'impianto del diam sono costituite dall'insuficienza discale, che causi lombalgia cronica di durata di almeno 6 mesi, nonostante l'uso di farmaci antinfiammatori e di infiltrazioni locali medicate. Quest'ultime sono efficaci in circa 7 casi su 10 rendendo così inutile l'intervento chirurgico. Inoltre, per quanto attiene le indicazioni all'impianto del diam bisogna dire, che abitualmente il livello L5-S1 non può essere trattato con lo spaziatore interspinoso, in quanto la spinosa di di S1 generalmente è poco sviluppata. In caso di ernia foraminale, poi, che causi sciatica persistente, potrebbe essere indicato un intervento di rimozione dell'ernia piuttosto che l'applicazione dello spaziatore interspinoso. Informazioni importanti in merito derivano al chirurgo dalla risposta del dolore sciatico e della lombalgia alle infiltrazioni locali medicate.Tenga conto che quanto detto ha soltanto carattere generale e che potrebbe non calzare a lei. Per esegure una valutazione nel caso suo, è necessario che si sottoponga a visita ed esibisca le lastre degli accetamenti radiolgici effettuati.

 

domanda: ernia discale lombare in giovane età

Sono madre di un figlio,che nonostante la giovane età, ha 25 anni, presenta gravi problemi alla colonna vertebrale. Mio figlio ha già subito un intervento per l'asportazione di ernia discale L5 S1, in quanto gli impediva la deambulazione. Sono presenti al momento altre ernie discali in vari distretti: L4L5, a livello dorsale e un angioma a livello toracico. La sua colonna ha completamente perso le normali curve fisiologiche. Se è sottoposto ad un minimo sforzo in una sola giornata di lavoro, la sua schiena è completamente e visibilmente storta. Sto cercando soluzioni, risposte, un perchè che ancora dopo 8 anni di sofferenze nessuno è riuscito a dare.

risposta

Esistono soggeti che già in giovane età vanno incontro a ernia discale. Sembra che in questi pazienti la causa siano dei difetti congeniti del disco piuttosto che la degenerazione discale. Infatti, in questi pazienti abitualmente i disturbi cessano con la rimozione dell'ernia. Purtroppo i dati che lei ha fornito su suo figlio non sono molti, in particolare per quanto attiene le caratteristiche dei disturbi. Per potere esprimere un parere e un suggerimento terapeutico è necessario che si sottoponga a visita ed esponga la documentazione in suo possesso.

 

domanda: frattura di L5

Mio padreche ha 50 ANNI nel luglio xxxx cadendo sul lavoro ha riportato uno schiacciamento alla L4. Dopo di che i dottori hanno deciso per un fermo di 2 mesi a letto dopo che sono stati eseguiti tutti gli esami ( raggi X, Risonanza Magnetica su cd). E' stato curato prima con un busto rigido ed ora un busto morbido. Ma io vedo mio padre dolorante,.sofferente non troppo per il dolore ma per la paura di non potersi piu muovere bene come vorrebbe. Quindi ho bisogno di sapere se esiste qualchesperanza di far ritornare il sorriro a mio padre.

risposta

Parlando in generale, per le fratture della colonna vertebale è possibile eseguire trattamenti chirugici e non chirurgici. Quando la frattura ha determinato una lesione nervosa o quando la frattura è grave al punto di compromettere la stabilità della vertebra e, di conseguenza, costituisce un pericolo per le strutture nervose che contiene, allora se ne consiglia la stabilizzazione mediante un intervento operatorio. Quando, invece, non è compromessa la stabilità della vertebra si consiglia il trattamento medico.
Nel caso dell'intervento i tempi di ripresa sono più rapidi, ma il costo da pagare è legato ai rischi e all'impegno dell'intervento operatorio. Nel caso di trattamento medico non si corrono i rischi operatori, ma si deve dare con il riposo a letto il tempo necessario alla formazione del callo osseo, che in genere è di due mesi. Se l'indicazione è stata esatta, in entrambi i casi, si ottiene una buona guarigione. Ovviamente, in base alla gravità del caso e la presenza di alterazioni pre-esistendi della colonna vertebrale il tempo di scomparsa completa dei disturbi, specie quelli dolorosi, può essere abbastanza lungo da superare i 6 mesi. Per valutare il caso di suo padre è necessario che si sottoponga a visita presso il nostro ambulatorio.

 

domanda: recidiva di ernia discale lombare

Ho 45 anni e sono stato operato di ernia discale 4 anni e mezzofa (L5-S1) da un neurochirurgo. Da inizio luglio sono iniziate nuove sofferenze e la risonanza magnetica recita di un espulsione del frammento. Il dolore ad oggi, sebben diminuito, non va via. Non ci sono altre sofferenze neurologiche. A detta di alcuni neurochirurghi si dovrebbe asportare il frammento ed inserire un disco intervertebrale, a detta di altri è sufficiente l'asportazione. Non so che fare. Può indirizzarmi in merito?

risposta

Purtroppo i dati che mi fornisce sono insufficienti per affermare alcunchè.
1. Bisogna intanto sapere di che dolore parla, lombare o irradiato all'arto inferiore? Il lato corrispomde a quello dell'ernia e la zona di irradiazione del dolore corrisponde ai territori cutanei della radice che dovrebbe soffrire a causa dell'ernia?
2. E' stato sufficentemente escluso che non vi siano altri generatori di dolore (le cause non erniarie che possono determinare i suddetti dolori sono frequenti e molteplici)? Cosa dice che la ha visitato a questo proposito (diagnosi differenziale)?
3. Qualora effettivamente il suo dolore fosse dovuto a questa recidiva erniaria, Lei saprà che il reintervento nella stessa sede è gravato da una percentuale più elevata di insuccessi e complicanze. Ha provato le terapie per queste affezioni che si trovano ai grardini inferiori all'intervento chirurgico della scaletta terapeutica ?
4. l'applicazione di dispositivi è proprio uno degli ultimi problemi e viene a coronare una diagnosi esatta, altrimenti rischia di effettuare un bellissimo intervento perfettamente inutile.

 

domanda: spondilodiscite lombare dopo intervento per ernia del disco

Sono stat sottoposta ad un operazione per ernia del disco più stenosi lomnbare. Ho riportato come complicazione una spondilodiscite infettiva. Da una ventina di giorni permangono forti dolori alla parte interessata. Le sarei grato se potesse darmi notizie in merito, soprattutto in ordine alla normalità del dolore e all'indicazione di un altro eventuale intervento di "toilette chirurgica".

risposta

La spondilodiscite infettiva, che complica un intervento di asportazione di ernia discale, è abbastanza rara. La terapia, in prima istanza, consiste in riposo e nella somministrazione di antibiotici. La durata del trattamento è abbastanza prolungata, talvolta di mesi. L'andamento della cura può essere valutato con VES e risonanza magnetica di controllo. In caso di insuccesso della terapia medica può essere necessaria la toilette del focolaio chirurgico. Quanto affermato ha carattere generale e potrebbe non essere applicabile al suo caso, del quale abbiamo soltanto una diagnosi riferita.

 

domanda: rimpiccolimento di ernia lombare

Mi hanno da poco diagnosticato una voluminosa ernia discale lombo-sacrale. Sono un uomo di 43 anni e mi hanno sconsigliato l'intervento chirurgico. Puo' nel tempo l'ernia diminuire di volume? Quali precauzioni devo seguire e che stile di vita alimentare e fisico devo condurre, dato che il mio lavoro mi porta a stare spesso in giro in automobile?

risposta

Risponderò brevemente alle sue domande:
1) si, l'ernia può diminuire di volume nell'arco di mesi, specie se estrusa
2) il 70% delle sciatalgie dovute ad ernia discale regrediscono spontaneamente, anche senza alcuna terapia, nell'arco di 60 giorni; tra le terapie più incisive annoveriamo le infiltrazioni antalgiche medicate
3) evitare il sovrappeso corporeo e effettuare una regolare attività sportiva, come il nuoto, riduce la durata degli attacchi dolorosi anche se non la loro frequenza
4) il sollevamento di pesi consistenti, gli sport aggressivi (calcetto, ecc) e quelli che comportano ruotazione del tronco (tennis ecc) e la posizione seduta prolungata accelerano la degenerazione discale e, quindi, la possibilità che si formino o aggravino situazioni erniarie

 

domanda: cisti aracnoidee sacrali

Sono un'uomo di 55 anni operato nel '97 di cisti liquorale a livello sacrale ( S2-S3 ). La cisti si è riformata subito dopo l'intervento e in questi anni ho fatto un pellegrinaggio da vari neurochirurghi della zona dove abito e cioè xxxx senza nessun consiglio risolutivo o risultato! Io continuo ad avere i miei disturbi e cioè lombalgie e sacralgie più o meno intense a volte irradiate a destra e a volte a sinistra, ultimamente ho anche problemi a livello vescicale ( sintomi di urgenza e frequenza ) le ultime visite fatte dall'urologo e da un neurochirurgo non escludono che i disturbi possano essere anche correlati alla compressione dellla cisti liquorale. L'ultima RNM dice : in regione sacrale si rileva ampia cisti aracnoideale a contorni irregolari che determina estesa erosione delle strutture ossee del sacro da S2 a S5. Sono state eseguite sequenze con effetto mielografico. Oltre alla cisti a livello lombare e sacrale non ci sono ernie nè artrosi ma solamente un lieve bulging posteriore del disco L4-L5. Con l'ultima visita, prima di questo esame, mi hanno proposto di nuovo l'intervento però decisone che spetta al sottoscritto! Chiedo anche eventualmente di sapere eventualmente un intervento in neuroendoscopia!

risposta

La patologia che descrive è un vero campo minato per il chirurgo ( e il paziente). Gli interventi sono gravati da un elevata percentuale di complicanze e, se non bastasse, da scarsi risultati per quanto attiene la risoluzione dei suoi problemi. La neuroendoscopia potrebbe essere gravata da una minore percentuale di complicanze, ma non con una maggiore percentuale di risultati.
Tenga conto che molte persone presenatno alle RMN, eseguite per altri motivi, cisti arcnoidee sacrali più o meno voluminose, con o senza erosione ossea, e non hanno alcun disturbo. Inoltre, consideri, che diverse patologie della regione coxo-lombosacrale, anche in assenza di alterazioni RMN possono causare lombalgia e dolori irradiati. Quindi, consiglio ai pazienti con cisti aracnoidee sacrali prima di riavventurarsi in interventi dall'esito incerto, di ripetere tutte le terapie mediche, incluse le infiltrazioni anesteiche loco-regionali. Quanto detto ha carattere generale e potrebbe non essere aplicabile a lei senza averla visitata e senza averere visto le sue lastre.

 

domanda: stenosi del canale vertebrale lombare e mielopatia

Ho 47 anni, mi è stata diagnosticata una mielopatia spondilogenetica da stenosi del canale vertebrale lombare. Ho dolori da circa diciotto mesi ed ho fatto un intervento di chemiodiscolisi senza apprezzabili risuktati. Gradirei, se possibile, conoscere unpotenziale percorso terapeutico, anche chirurgico, per cercare di risolvere il problema

risposta

La stenosi del canale lombare si verifica nella grande maggioranza dei casi nei livelli da L3 a L5. Dato che il midollo partendo dal segmento cervicale si estende fino D12-L1 lei non può avere una mielopatia (= sofferenza del midollo). L'indicazione all'intervento perstenosi lombare scaturisce abitualmente dalla sindrome di claudicatio neurologica che è caratterizzata da un dolore irradiato e/o formicioli e/o perdita di forzaa d uno o entrambi gli arti inferori che compare conla marcia e cessa dopo che ci si ferma. Raramnete per lombalgia. La chemiodiscolisi è un intervento che comunemente non è eseguito per una stenosi del canale. Quindi non posso esserle di grande aiuto, se non conosco i suoi disturbi, se non la visito e se non vedo le lastre degli esami che ha eseguito.

 

domanda: stenosi del canale vertebrale lombare e mielopatia

Ho 47 anni, mi è stata diagnosticata una mielopatia spondilogenetica da stenosi del canale vertebrale lombare. Ho dolori da circa diciotto mesi ed ho fatto un intervento di chemiodiscolisi senza apprezzabili risuktati. Gradirei, se possibile, conoscere unpotenziale percorso terapeutico, anche chirurgico, per cercare di risolvere il problema

risposta

La stenosi del canale lombare si verifica nella grande maggioranza dei casi nei livelli da L3 a L5. Dato che il midollo partendo dal segmento cervicale si estende fino D12-L1 lei non può avere una mielopatia (= sofferenza del midollo). L'indicazione all'intervento perstenosi lombare scaturisce abitualmente dalla sindrome di claudicatio neurologica che è caratterizzata da un dolore irradiato e/o formicioli e/o perdita di forzaa d uno o entrambi gli arti inferori che compare conla marcia e cessa dopo che ci si ferma. Raramnete per lombalgia.La chemiodiscolisi è un intervento che comunemente non è eseguito per una stenosi del canale. Quindi non posso esserle di grande aiuto, se non conosco i suoi disturbi, se non la visito e se non vedo le lastre degli esami che ha eseguito.

 

domanda: tre ernie lombari

Sono un ragazzo di 23 anni che da 2 circa ha riscontrato una sciatalgia lombare, o meglio ancora la presenza di 3, e ripeto 3, ernie del disco a livello lombare, di cui la più grande è descritta nel seguente modo nell'esame di RM : presenza di formazione erniaria mediana paramediana destra, parzialmente espulsa, a livello dello spazio L5 - S1, che impronta ampiamente la superficie ventrale del sacco e prende rapporti di contiguità con l' emergenza radicolare omolaterale. Quest' ultima presenta dimensioni modicamente aumentate rispetto alla controlaterale in relazione a fenomeni radicolitici. Vorrei, anzi desidero, ricevere vostri consigli per eventuali interventi, rischi e terapie circa questo mio "problema".

risposta

Bisognerebbe stabilire quale delle ernie è la responsabile del dolore sciatico che Lei accusa. Per questo occorre, per iniziare, una vista e la visione diretta delle sue lastre. Tenga, comunque, presente, che la terapia chirurgica dell'ernia è ormai l'ultimo scalino di una scaletta terapeutica. Gli scalini precedenti (terapia farmacologica, fisioterapia, infiltrazioni ALR ecc) debbono essere percorsi prima che si arrivi ad operare. Infatti con queste terapie si ottiene la regressione della sciatica in oltre la metà dei pazienti. Questo è importante perchè l'intervento per ernia non è privo di specifiche complicanze indipendenti dalla bravura del chirurgo, come la recidiva o l'insorgenza di dolore neuropatico da cicatrice.
Tenga anche conto, che il dolore irradiato all'arto inferiore, che comunemente viene chiamato "sciatalgia" non sempre è necessariamente dovuto all'irritazione del nervo sciatico, in quanto diverse patologie della regione del bacino e lombosacrale simulano una sciatalgia. Quindi è necessario che si rivolga ad un chirurgo esperto di colonna vertebrale.

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